Come fregartene del giudizio altrui?

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Hai mai provato ansia o angoscia al solo pensiero di cosa potrebbe pensare o dire una o più determinate persone su di Te? Magari dopo un fallimento con il tuo cavallo, più o meno grande che sia.

Sto parlando di quella sensazione contrastante che provi quando da una parte razionalmente sai che sbagliare è normale e umano, quindi non puoi e non vorresti appesantirti di colpe inutili, mentre dall’altra ci stai male comunque perché sei anche consapevole che questo non impedirà agli altri di sminuirti o sputarti addosso dolorosi giudizi.

In questo articolo vorrei tentare di rispondere alla domanda: come faccio a fregarmene di quello che dice la gente di me? 

E lo farò condividendo la mia ultima esperienza ai Campionati Italiani assoluti, sperando che possa esserti di ispirazione per trovare la serenità che cerchi e meriti. 

Il fallimento più grande di sempre.

Io e Milan lo scorso weekend abbiamo partecipato ai Campionati Italiani nella categoria Assoluti Amazzoni, in un’arena a cui tengo molto per i grandi nomi di cavalieri che hanno potuto calcarla: il Campo Verde del C.I. Le Siepi a Cervia.

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Dire che abbiamo partecipato è in realtà un parolone, perché è stata una delle performance più disastrose che abbiamo mai concluso; siamo usciti dal campo con quarantuno penalità.

Sì, hai letto bene: quarantuno. 

Mentre uscivo dal campo avrei solo voluto sprofondare. Al di là della confusione che regnava sovrana nella mia testa che non riusciva a capire cosa fosse successo, uno dei pensieri che più mi ha fatto male è stato “Chissà ora che cosa diranno”, per quanto giusto o sbagliato che sia. 

In un micro secondo ho pensato ai cavalieri/conoscenti in concorso che prima della mia gara mi hanno detto con un sorriso smagliante che sarebbero venuti a vedermi.

Ai miei genitori, che si erano fatti più di quattro ore di viaggio per assistere ad uno dei percorsi peggiori della mia vita.

A quella gente a casa a cui o per un motivo o per l’altro non sto particolarmente a genio, pronte ad esultare vedendo il pessimo risultato su Equiresults.

Una volta usciti, ci siamo accorti che Milan aveva perso un ferro. 

Finalmente avevo capito cosa lo aveva portato a essere così incerto su ogni salto. E nonostante dentro di me fossi consapevole che quanto successo era stato un “incidente” sfortunato, proprio non riuscivo a staccarmi dal vortice di negatività che mi aveva travolto da quando avevo sentito lo speaker pronunciare quel “quarantuno penalità”.

Cosa del giudizio altrui ci fa realmente paura?

Vorrei partire da questa esperienza per spiegarti un concetto fondamentale a proposito della paura del giudizio altrui: NON è il giudizio degli altri che ti fa male.

Immagina per un attimo di essere in un negozio di vestiti. Ti stai provando una maglietta e sei allo specchio per vedere come ti sta. All’improvviso passa una persona affianco a te, ti guarda e ti dice: “Certo che quella maglietta ti sta proprio male.”

Cosa proveresti in una situazione del genere? 

La maggior parte delle persone risponde: disagio, imbarazzo e insicurezza. Tutte emozioni che ti faranno uscire dal negozio senza comprare quella maglietta.

Ora invece immagina che mentre sei allo specchio per vedere come ti sta quella maglia, la persona che ti passa affianco ti dice: “Quella giacca ti sta malissimo”, e se ne va via. 

Cosa proveresti in questo secondo caso? 

Sai che non stai provando nessuna giacca, quindi molte persone a questa domanda rispondono che si metterebbero a ridere, consiglierebbero alla persona in questione di comprarsi un paio di occhiali e se ne andrebbero dal negozio con la loro bella maglietta nuova.

Ecco, questa metafora ci fa comprendere un aspetto importantissimo: NON è il giudizio degli altri a farti male, perché se così fosse avresti reagito egualmente male ai giudizi di entrambi i casi.

Quello che ci fa male è quello che pensi a proposito di quel giudizio, perché quando sei sicuro che non stai indossando una giacca ma una maglietta, allora ecco che la critica altrui diventa ridicola, insensata e di nessuna importanza.

La regola numero 1 sul giudizio altrui.

Tutto questo per dirti che quello che mi ha fatto male non è stato quello che pensavano gli altri cavalieri che conoscevo in concorso, i miei genitori o chi mi vuole male e esulta vedendo i miei risultati negativi su Equiresults.

Quello che mi ha fatto male è stato il fatto che io pensavo avessero ragione.

Io per prima mi sono sentita inadeguata, non all’altezza… Sbagliata.

Ed è questa quindi la prima consapevolezza che vorrei ti portassi a casa da questo articolo: quando una persona ti giudica quel giudizio appartiene solo a lei, ma ciò che decidi di farne appartiene solo a Te.

3 Consigli per curare la paura del giudizio.

  • Accetta che tutti abbiamo dei “nervi scoperti”, anche Tu.

Ci sono giudizi altrui di cui non ci importa assolutamente nulla e ce ne sono altri che ci fanno male, perché vanno a toccare quello che per noi è un tema non ancora risolto. Abbracciare le tue insicurezze ti permetterà di trovare il coraggio e la sicurezza per fare qualcosa di concreto per affrontarle.

  • Allontana le persone che non hanno rispetto dei tuoi nervi scoperti.

Non tutti sono pronti a comprendere le tue ferite, e va bene così. Ma questo non dà loro il consenso di calpestare le tue vulnerabilità ogni volta che lo vogliono. Perciò rispettati e fai un’accurata selezione di chi ti circonda. Il fatto che tu debba condividere degli spazi con persone che non rispettano le tue ferite non significa che tu debba necessariamente avere un contatto con loro.

  • Metti dei paletti.

Soprattutto con chi ti ama e ti sta accanto tutti i giorni, confidati. Spiega a lui o a lei quali sono quei punti che attualmente è meglio non toccare perché ci stai ancora lavorando. E ricorda che ogni volta che poni un limite di questo tipo stai compiendo un profondo e puro atto d’amore nei tuoi confronti.

Sperando di cuore che le mie parole ti siano state utili,

al prossimo articolo

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Ricordati: se siamo riusciti a farlo noi, puoi farlo anche tu insieme al tuo cavallo! Con tutta la comprensione di chi sa cosa significa cadere e rialzarsi.